Oltre una maratona: la mia 50 km di Romagna

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Chissà che giorno era quando nell’autunno scorso, a colloquio con il caro Vito, gli dissi che volevo pormi un obiettivo sfidante, in termini di kilometraggio e percorso, volevo correre la cinquanta km di Romagna. Lui inizialmente si è lanciato in uno dei suoi mirabolanti racconti di corsa, poi con la sua solita calma ha iniziato a programmare la settimana di allenamenti. Nel corso dei mesi che sono trascorsi fino al giorno della gara, tra una gara sociale e l’altra, mi ha sempre spronato incitandomi a dare il meglio e mi ha aiutato a tenere sempre fisso l’obiettivo posto.

Anche in questa occasione non ricordo esattamente che giorno fosse, ricordo però che eravamo a cena quando comunicai alla mia ragazza che avrei voluto fare una cinquanta km, e non una qualunque con un percorso bello piatto, ma con soli e scendi e un bel tratto di quasi 5 km di pura salita. Lo sguardo che ha fatto valeva più di mille parole, sicuramente avrà pensato “sto con un pazzo”, poi ha detto che come sempre aveva fiducia in me e mi avrebbe supportato.

Si parte

Bene dai, con il loro appoggio adesso si poteva cominciare la preparazione, quest’ultima, a differenza di una maratona classica avrebbe previsto oltre ad un bel kilometraggio settimanale da coprire, anche diversi allenamenti in salita e molte uscite di tipo collinare, e fidatevi che di collinari ne ho fatti, su e giù per i colli bolognesi, scatti in salita ai piedi di San Luca, uscite da 3 ore, dal canto mio oltre agli allenamenti ho sempre aggiunto degli esercizi di potenziamento delle gambe, stretching prima e dopo la corsa, e ogni tanto un massaggio tonificante. Tutto quanto, o quasi, fosse necessario per arrivare il più possibile preparato al giorno fatidico, e fino al giorno prima mi sentivo proprio bene, sia fisicamente che mentalmente, ero teso, come sempre, ma pronto per la sfida che mi attendeva. L’imprevisto, però, come si suol dire, è sempre dietro l’angolo, e può colpire davvero quando meno te lo aspetti; a me è successo la sera prima della gara, pur non avendo mangiato molto (una pizza non troppo condita e una fettina di dolce), ho avuto dolori di pancia tutta la notte, e al mattino successivo, quando avrei dovuto fare una bella colazione, non avevo per niente appetito, e non mi è riuscito di mangiare se non un biscotto e un fettina di crostata, sperando che un minimo di energie me lo fornissero, poi una volta arrivati a Castelbolognese e parcheggiato la macchina ho subito preso un thè caldo al bar, un pochino stavo meglio, ma non così tanto. La mia ragazza, che anche in questa occasione mi accompagna per sostenermi, mi ha ricordato che c’era sempre una seconda alternativa: quella di non partire. Dentro di me sapevo di non stare in forma, e partire in riserva per una gara da 50km sarebbe stato rischioso, ma non mi andava di mollare così, sono partito a Valencia quando avevo sofferenza all’inguine e ho concluso la prima maratona, sarei partito anche questa volta, seppure non come avrei voluto. Inutile dire che in fase di riscaldamento le gomme non giravano proprio, non ne faccio molto visto che la partenza è imminente e dopo lo stretching mi metto in fila per varcare le transenne della partenza.

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Istanti pre gara

Alle 8.30 spaccate lo start, inizialmente percorriamo la strada in direzione del paesino di Biancanigo, piccola frazione a circa 2 km, per poi tornare verso la piazza centrale, dove la gente ci applaude e ci incita nuovamente, si fa un secondo passaggio sulla linea di partenza e ci si dirige nuovamente verso Biancanigo; dopo questo secondo passaggio imbocchiamo la statale Casolana.Questo tratto è un po’ bruttino, nonostante si inizia a capire come sarà il paesaggio che ci accompagnerà lungo il percorso: strada, ma con molto verde intorno, attraversando vari paesini, con le colline da sfondo, è così che dopo Cuffiano si entra al 10° km a Riolo Terme, passando nei pressi della Rocca Sforzesca del XIV secolo, poi un tratto in discesa per rifiatare e a seguire un tratto di 3 k pianeggiante fino ad Isola, dove iniziano i sali e scendi fino a Borgo Rivola.

Nelle foto sotto la partenza.

Cerco di non forzare mai, dare il tempo alla pancia perché magari passi un po’ il dolore, ma le cose non vanno proprio, sudo tantissimo, il berretto che porta è già completamente bagnato, oltre a questo ad un certo punto si affiancano due persone, che parlando un po’ del ritmo che stanno tenendo dicono “abbiamo percorso 18 km in un’ora e mezza”. “È un disastro!!!” penso tra me, se in quel lasso di tempo solitamente copro più di 21 km vuol dire che sono messo proprio male, inizio a pensare che conviene ritirarsi, oltretutto le condizioni fisiche non migliorano, perciò alterno un po’ di camminata e corsa tirando fino al 24° km quando giungiamo al giro di boa dentro al paese di Casola Valsenio, lì avrei chiesto se mi potevano riaccompagnare alla partenza. Sono preso dallo sconforto, mi viene quasi da piangere, mesi passati a preparare questo momento, cercando di incastrare il tempo da dedicare agli allenamenti con tutto il resto, le corse all’alba prima di andare al lavoro, anche se non dipende purtroppo da me sento di aver deluso un po’ le persone che come me credevano che potessi fare una buona gara, e tutto finisce qui. Mi fermo e chiedo agli uomini posti vicino al rilievo cronometrico se c’è possibilità di tornare a Castelbolognese visto che non mi sento bene, mi dicono di sentire dall’ambulanza, cosa che faccio subito, e loro di tutta risposta mi dicono che l’unica cosa che possono fare è portarmi in ospedale, ma solo per un emergenza, cerco di dirgli che non sto bene e vorrei evitare di svenire più avanti durante il percorso, non c’è nessun altro modo? Dopo aver trovato un numero dell’organizzazione mi dicono che l’unica soluzione è aspettare che passi “la scopa” il servizio che carica i corridori che ci impiegano più tempo del previsto, altrimenti, sempre i tipi dell’ambulanza “continui un po’ e provi a fare l’autostop e chiedere se ti riportano indietro”, ma ti pare che uno se si sente male deve ridursi così?

Provo prendere una fetta biscottata, neanche il tempo di mettermela in bocca che inizio a vomitare, non una ma tre volte, a quel punto chiedo che almeno mi misurino la pressione, forse se è bassa magari si convinco a fare qualcosa di più che non praticamente dirmi “arrangiati”, mi siedo sull’ambulanza, e mentre mi misurano la pressione, che poi risulterà normale, una ragazza si avvicina e mi da un zolletta di zucchero dicendo “fidati che aiuta”, in quel momento credo sia scattato qualcosa, non potevamo lasciare che finisse così, e poi avrei dovuto aspettare chissà quanto tempo facendo ancora di più preoccupare la mia ragazza che mi aspettava, dovevo provarci, a livello di pancia stavo meglio ora che avevo buttato fuori tutto, e così invece che aspettare, prendo quattro bicchieri di coca cola e parto. Ora c’è anche la parte più difficile, perché dopo una ripida e corta discesa, parte la salita a Monte Albano, 5 km con un dislivello di 265 m, non posso che affrontarla come sempre, in attacco, le condizioni bene o male me lo permettono, cerco così di recuperare anche un po’ il passo. Nel mentre della salita incontro Michele Roda, con il quale avevo fatto la maratona di Parma, guardandomi mi dice “ma tu dovresti essere già arrivato”, “eh, sono stato male, ho anche vomitato, ora un po’ ho ripreso”, ci incoraggiamo a vicenda, poi ognuno continua la sua corsa, la sua sfida per andare fino in fondo. La salita è abbastanza tostina, considerando che è proprio a metà gara, ma una volta in cima, ci aspetta, oltre al solito ben fornito ristoro, anche una lunga discesa di 4 km fino a Zattaglia.

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Altimetria del percorso

Le salite però anche se brevi non sono finite, e attraversando la valle del torrente Sintria si arriva fino a Villa Vezzano, altro piccolo paesino a 9 km dal traguardo, qui passando tra le varie case si respira l’aria di festa tipica di questa giornata, la gente fuori in giardino, qualcuno che prepara la classica grigliata, e ogni tanto un saluto rivolto a noi, tutte cose che in questa giornata di sole e dopo tutti questi km ti spingono a procedere ancora, quest’ultimo tratto fortunatamente è in leggera discesa e negli ultimi due km si percorre a ritroso il tratto iniziale  di gara.

in corso-fase iniziale

in corsa
All’inizio e durante la corsa
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Finalmente un po’ di riposo

 

Questa 50 km mi lascia a pezzi fisicamente, ancora non mi sono ripreso, faccio fatica a riprendermi, speriamo tornino presto le forze anche perché presto ci saranno altri impegni sportivi e vorrei almeno reggermi nelle gambe. Sono davvero contento per averla portata a termine, grazie ancora una volta a Vito per i mesi di preparazione e incoraggiamento verso il raggiungimento dell’obiettivo, alla mia ragazza che  non ha mai smesso di sostenermi e al collega di lavoro G.C. per tutte le volte che ho avuto bisogno di un massaggio tonificante per continuare nelle corse.

Leonardo Cenci aveva ragione: vivi, ama, corri, avanti tutta!!