Randonnée della Romagna

Inizia in maniera un po’ inusuale questa rando della Romagna, sono a Lugo già dal sabato tardo pomeriggio con Ivano e il suo camper: la partenza alle 6:00 di mattina ci ha suggerito di “camperare” per recuperare un po’ di sonno in più. Breve visita in città, ristorantino e poi in camper per gli ultimi preparativi. Sveglia impostata alle 5:00, “sarà un po’ tardino?” chiedo ad Ivano; “ma no, dai, siamo vicini…” La sveglia suona, scostiamo le tendine: il meteo lo sappiamo che non promette nulla di buono, almeno nel pomeriggio; partire asciutti sarebbe comunque un buon vantaggio. Non piove e non fa nemmeno eccessivamente freddo; dopo una robusta colazione ci avviamo verso la partenza.

Siamo gli ultimi, il nostro consueto gruppo ha già ritirato le carte ed è pronto per partire; noi, alle 6:00 ancora siamo in alto mare. Il gruppo parte, Max ci aspetta e finalmente ci mettiamo in viaggio. La possibilità di recuperare il folto gruppo iniziale si arena dopo le prime battute: inutile spomparsi subito in questi primi 60 km di pianura. Procediamo regolari con una sosta tecnica di mezzo. In poco meno di due ore superiamo Cesena e iniziamo la prima salita che ci porterà a Spinello per il primo controllo-ristoro. Il tempo sembra tenere, la salita è lunga, ma pedalabile: ognuno l’approccia col proprio passo. Salendo, mi affianca un ragazzo in allenamento, parliamo un po’, lui granfondista non esasperato ed io randonneur acerbo. Cerco di spiegargli la filosofia diversa delle rando, invitandolo magari a partecipare qualche volta. Chissà, io l’amo l’ho buttato. Ci separiamo al controllo. Ricompatto il mio gruppetto e, dopo congruo ristoro, ripartiamo verso Santa Sofia, addobbata in rosa per il passaggio del Giro. Da qui solo una ventina di chilometri, tutti più o meno in salita, ci portano al Passo della Calla (1295 m). La ricordo dall’anno scorso, tra le mie preferite sicuramente. Il cielo un po’ si incupisce, ma tiene botta. Lo scenario è davvero incantevole, invita a delle soste per apprezzare il paesaggio, ma decido di continuare sperando di incontrare qualcuno dei nostri in cima. L’asfalto è in perfette condizioni, ai -7 km dall’arrivo però ecco le prime gocce. Da qui sarà una tragedia meteorologica: la pioggia si fa sempre più copiosa, la temperatura si abbassa vertiginosamente e, come se non bastasse, anche il vento decide di farci una visita.

In cima non c’è nessuno!! Aspetto i miei compagni e decidiamo di scendere subito per evitare di prendere troppo freddo, cercheremo un bar più giù per riscaldarci. La discesa la facciamo ai 15 km/h. Incredibile il freddo, le mani fanno male. Tra le peggiori discese della mia vita. Arrivati a valle cerchiamo un bar, ma nel piccolo paesino di Stia non ve ne troviamo nemmeno l’ombra. La pioggia a tratti rallenta, la temperatura, leggermente in aumento, riscalda. torniamo a salire: è la volta del Valico di Croce ai Mori. Nella parte finale torna il maltempo. In cima mangiamo qualcosa in fretta. Mancano una quarantina di chilometri al controllo, la maggior parte dei quali in discesa. Poco dopo Dicomano, per la gioia di tutti, ritroviamo Cinzia, Eros e Gaspare. Insieme arriviamo al controllo.

Caramelle e cioccolata, il ristoro dei campioni. Qualcuno mi guarda sorpreso, ma poi cede al gusto delle suddette gommose. Ci ricomponiamo per affrontare l’ultima asperità: il Passo della Colla, anch’esso spettacolare in quanto a panorami e paesaggi. La pioggia per il momento sembra cessare, l’andatura in salita è abbastanza regolare. Il mio fisico ancora regge. Alla fontana dell’alpe non possiamo non fermarci per approfittare della genuinità della sua acqua. In un chilometro siamo in vetta. Ci prepariamo per la discesa e qualche gocciolina torna a farci visita. Nei pressi di Brisighella, di nuovo acqua a go-go. Mancano una trentina di chilometri, solitamente quelli più spensierati; non oggi. Bisogna stare sul pezzo: pozzanghere, visibilità limitata e qualche momento di difficoltà per qualcuno. Caliamo l’andatura per non lasciare nessuno per strada. A Faenza il traffico è abbondante, lo sarà fino all’arrivo. Cerchiamo di occupare la parte più esterna della carreggiata per evitare inutili rischi. I cartelli dei -10 e -5 km ci ridanno un po’ di sorriso, la svolta verso il palazzetto anche la parola. Siamo arrivati bagnati come poche altre volte mi era capitato, tuttavia non sono uno che odia particolarmente l’acqua. Credo che regali qualcosa di epico ad ogni giro di questo tipo. L’ultimo timbro è stato apposto, spegniamo le luci delle bici. Si conclude la giornata come al solito. La gentilezza e la disponibilità dello staff nel servirci qualunque cosa noi desideriamo è quello che ci vuole per aiutare a scaldarci….l’animo.

 

Contento, mi riavvio verso il camper con Ivano. Il progetto iniziale di partecipare al Giro di Romagna l’indomani naufraga definitivamente all’arrivo a casa. Ancora pioggia, ancora freddo, per questo week end vedrò di accontentarmi!!

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Randonnée della Romagna

Ad una settimana dal grande evento ero indeciso se parteciparvi o no. La rando di Bologna mi aveva lasciato il consiglio di Eros, che come altri è molto più esperto di me: “Vieni a Lugo, ci siamo anche noi!!”. Non potevo non seguire la dritta, la paura di poter strafare prima del 600 ha lasciato spazio alla voglia di condividere una nuova esperienza con la carovana. Così, pronti per la Randonnée della Romagna!! La sveglia è fissata un tantino in anticipo rispetto all’ormai consueto 4:11, devo arrivare a Lugo, prepararmi e partire. Ore 6 meno qualcosa: in piazza a gli organizzatori distribuiscono i fogli di via, pian piano i randonneurs arrivano. Si affaccia un timido sole, saluto gli amici del team Facebike (Eros, Leo, Paolo, Ilario, Sonia e Cinzia), Giovanni, Massimo e Pino, anche lui presente, ma con idee bellicose, ha le gambe a mille e se non tiene una media da bestia oggi potrebbe sentirsi male!!! Ok lo lascio andare. Il gruppo inizia a partire, ci accodiamo cercando di sfruttare l’effetto risucchio nei primi 50 km di pianura per poi fare la salita del nostro passo.

Passata Cesena pian piano la strada inizia ad arrampicarsi. Da qui in poi ognuno andrà con chi vuole, ognuno andrà del proprio passo. I km che ci separano dalla prima asperità sono abbastanza. Cerco di stare con Leo che già ha affrontato questo percorso seppur di notte. I suoi racconti mi aiutano a gestire le energie, di questo ce n’è sempre bisogno!! Arriviamo nei pressi del passo del Carnaio dov’è posto il primo controllo-ristoro. Ci rifocilliamo, ricompattiamo il gruppo e proseguiamo verso la prima discesa di giornata. L’asfalto è brutto, ci dicono gli organizzatori, per cui procediamo con calma. Della serie la prudenza non è mai troppa, le vibrazioni dell’asfalto sconnesso fanno sobbalzare il mio dispositivo GPS che, cogliendo la palla al “balzo” appunto, decide di ammutinarsi, gettandosi nella scarpata adiacente. Inutili i soccorsi: disperso nella vegetazione, mimetizzato stile rambo!! Yeah!!! Che cu…o!! Riprendiamo la discesa e ci avviamo verso la cima Coppi di giornata: Passo della Calla (1293 m s.l.m.). Salita bella quanto impegnativa. Panorami mozzafiato, lunghezza mozzagambe. Una foratura di Ilario è il pretesto per tirare un po’ il fiato, poi si riparte fino alla cima. Rifornimento presso il rifugio e giù per la lunga discesa, dove Giovanni, suo malgrado, rischia di farsi male per colpa di un automobilista distratto che lo stringe contro il guard rail. Per fortuna solo un paio di botte e tanto spavento!!

Riprendiamo a salire: direzione Valico Croce ai Mori (955 m s..m.). Il tempo inizia a peggiorare finché non arriva la pioggia. Non che ne scenda a fiumi, ma è pur sempre fastidiosa. E poi Sonia dice che con la pioggia diventa cattiva!!!(speriamo passi in fretta!!) Per fortuna lo scollinamento è vicino, così come il riapparire del sole. Le strade sono bagnate, meglio procedere con calma. Dopo la discesa e un tratto in saliscendi, arriviamo all’ultimo controllo posto a Vicchio presso il bar Baraonda. Sosta di rito con rifornimento prima di affrontare l’ultima salita e si riparte. Siamo intorno al duecentesimo chilometro quando torniamo ad arrampicarci per le strade tosco-emiliane. Destinazione Passo della Colla (915 m s.l.m.): salita lunga ma molto regolare, asfalto nella norma benché bagnato, ma soprattutto fantastica fontana e baretto in cima liberatorio. Stranamente soffro meno rispetto alla salita precedente e questo mi stupisce: avrò perso sensibilità alle gambe?? Probabilmente il sapere che il più è fatto aiuta sempre a superare gli ostacoli in procinto del traguardo.

Dalla cima mancano ancora una settantina di km, il dislivello però questa volta sarà in negativo se non per un paio di strappetti verso Faenza. La strada è ancora bagnata, pensiamo che chi ci ha preceduto possa aver preso molta più acqua di noi….a volte ad andar più piano!!! Si avverte l’odore della salsiccia del pasta-party, ambito e unico obiettivo per qualcuno di noi. Cala la sera, siamo vicino Lugo, ultimo svincolo lì, sulla sinistra….ultima sfiga!! Si vede che oggi gira così oh: si rompe l’appendice del manubrio che regge il faretto , facendo cadere quest’ultimo rovinosamente sull’asfalto. Addio luce, fortuna che ho quella sul casco e che ormai siamo arrivati. Dopo 15 ore di pedalate, doccia bollente, pasta, salsiccia, piadina e vino concludono la nostra serata. Devo dire che anche oggi mi son trovato bene con stì ragazzi!! Ci saranno sicuramente altre occasioni, forse già a San Vito per l’inizio di giugno.

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Manca una tappa al raggiungimento del sogno, la più dura. Spero di arrivarci con la mente libera dalle paure di altri imprevisti, magari peggiori di quelli di oggi che possano compromettere la conquista della Randoimperator. Spero di aver fatto tesoro dei consigli e degli insegnamenti di chi mi ha affiancato fin qui, spero di aver capito come gestirmi in queste distanze. Spero, spero, ma come diceva il nostro amico Lucio:” ..lo scopriremo solo vivendo..” e nel mio caso pedalando!!