Randonnée della Romagna

Ad una settimana dal grande evento ero indeciso se parteciparvi o no. La rando di Bologna mi aveva lasciato il consiglio di Eros, che come altri è molto più esperto di me: “Vieni a Lugo, ci siamo anche noi!!”. Non potevo non seguire la dritta, la paura di poter strafare prima del 600 ha lasciato spazio alla voglia di condividere una nuova esperienza con la carovana. Così, pronti per la Randonnée della Romagna!! La sveglia è fissata un tantino in anticipo rispetto all’ormai consueto 4:11, devo arrivare a Lugo, prepararmi e partire. Ore 6 meno qualcosa: in piazza a gli organizzatori distribuiscono i fogli di via, pian piano i randonneurs arrivano. Si affaccia un timido sole, saluto gli amici del team Facebike (Eros, Leo, Paolo, Ilario, Sonia e Cinzia), Giovanni, Massimo e Pino, anche lui presente, ma con idee bellicose, ha le gambe a mille e se non tiene una media da bestia oggi potrebbe sentirsi male!!! Ok lo lascio andare. Il gruppo inizia a partire, ci accodiamo cercando di sfruttare l’effetto risucchio nei primi 50 km di pianura per poi fare la salita del nostro passo.

Passata Cesena pian piano la strada inizia ad arrampicarsi. Da qui in poi ognuno andrà con chi vuole, ognuno andrà del proprio passo. I km che ci separano dalla prima asperità sono abbastanza. Cerco di stare con Leo che già ha affrontato questo percorso seppur di notte. I suoi racconti mi aiutano a gestire le energie, di questo ce n’è sempre bisogno!! Arriviamo nei pressi del passo del Carnaio dov’è posto il primo controllo-ristoro. Ci rifocilliamo, ricompattiamo il gruppo e proseguiamo verso la prima discesa di giornata. L’asfalto è brutto, ci dicono gli organizzatori, per cui procediamo con calma. Della serie la prudenza non è mai troppa, le vibrazioni dell’asfalto sconnesso fanno sobbalzare il mio dispositivo GPS che, cogliendo la palla al “balzo” appunto, decide di ammutinarsi, gettandosi nella scarpata adiacente. Inutili i soccorsi: disperso nella vegetazione, mimetizzato stile rambo!! Yeah!!! Che cu…o!! Riprendiamo la discesa e ci avviamo verso la cima Coppi di giornata: Passo della Calla (1293 m s.l.m.). Salita bella quanto impegnativa. Panorami mozzafiato, lunghezza mozzagambe. Una foratura di Ilario è il pretesto per tirare un po’ il fiato, poi si riparte fino alla cima. Rifornimento presso il rifugio e giù per la lunga discesa, dove Giovanni, suo malgrado, rischia di farsi male per colpa di un automobilista distratto che lo stringe contro il guard rail. Per fortuna solo un paio di botte e tanto spavento!!

Riprendiamo a salire: direzione Valico Croce ai Mori (955 m s..m.). Il tempo inizia a peggiorare finché non arriva la pioggia. Non che ne scenda a fiumi, ma è pur sempre fastidiosa. E poi Sonia dice che con la pioggia diventa cattiva!!!(speriamo passi in fretta!!) Per fortuna lo scollinamento è vicino, così come il riapparire del sole. Le strade sono bagnate, meglio procedere con calma. Dopo la discesa e un tratto in saliscendi, arriviamo all’ultimo controllo posto a Vicchio presso il bar Baraonda. Sosta di rito con rifornimento prima di affrontare l’ultima salita e si riparte. Siamo intorno al duecentesimo chilometro quando torniamo ad arrampicarci per le strade tosco-emiliane. Destinazione Passo della Colla (915 m s.l.m.): salita lunga ma molto regolare, asfalto nella norma benché bagnato, ma soprattutto fantastica fontana e baretto in cima liberatorio. Stranamente soffro meno rispetto alla salita precedente e questo mi stupisce: avrò perso sensibilità alle gambe?? Probabilmente il sapere che il più è fatto aiuta sempre a superare gli ostacoli in procinto del traguardo.

Dalla cima mancano ancora una settantina di km, il dislivello però questa volta sarà in negativo se non per un paio di strappetti verso Faenza. La strada è ancora bagnata, pensiamo che chi ci ha preceduto possa aver preso molta più acqua di noi….a volte ad andar più piano!!! Si avverte l’odore della salsiccia del pasta-party, ambito e unico obiettivo per qualcuno di noi. Cala la sera, siamo vicino Lugo, ultimo svincolo lì, sulla sinistra….ultima sfiga!! Si vede che oggi gira così oh: si rompe l’appendice del manubrio che regge il faretto , facendo cadere quest’ultimo rovinosamente sull’asfalto. Addio luce, fortuna che ho quella sul casco e che ormai siamo arrivati. Dopo 15 ore di pedalate, doccia bollente, pasta, salsiccia, piadina e vino concludono la nostra serata. Devo dire che anche oggi mi son trovato bene con stì ragazzi!! Ci saranno sicuramente altre occasioni, forse già a San Vito per l’inizio di giugno.

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Manca una tappa al raggiungimento del sogno, la più dura. Spero di arrivarci con la mente libera dalle paure di altri imprevisti, magari peggiori di quelli di oggi che possano compromettere la conquista della Randoimperator. Spero di aver fatto tesoro dei consigli e degli insegnamenti di chi mi ha affiancato fin qui, spero di aver capito come gestirmi in queste distanze. Spero, spero, ma come diceva il nostro amico Lucio:” ..lo scopriremo solo vivendo..” e nel mio caso pedalando!!

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